Per la sua fulgida bellezza barocca, affacciata sul fiume, Dresda veniva chiamata la Firenze sull’Elba (o Firenze del Nord). Poi, sciaguratamente, durante la seconda guerra mondiale, fu quasi completamente distrutta da un bombardamento rimasto impresso nella memoria dei tedeschi e non solo.
Oggi, dopo accuratissimi restauri (in parte tutt’ora in corso) si presenta ai nostri occhi come una fenice risorta dalle sue ceneri, trionfante di bellezza.
La cosa che colpisce di Dresda è la quantità di monumenti dalla straordinaria bellezza architettonica e quanto siano vicini l’uno all’altro. Basta, in effetti, una passeggiata per vedere già tutte le principali attrazioni. Ma si tratta di una passeggiata che lascia a bocca aperta ad ogni momento e non dà tregua alla macchinetta fotografica intenta ad immortale lo splendore di questo luogo.
Una volta arrivati nel centro storico, non ha molta importanza da dove si comincia la passeggiata ed è anzi bello farsi guidare dall’incanto della città, nell’inseguire una guglia che spunta dietro ai palazzi della piazza Neumarkt, o nel seguire una fila di eleganti edifici barocchi.
Qualunque percorso seguiate, presto vi ritroverete nel Neumarkt, una grande piazza dove campeggia l’imponente mole della Frauenkirche.
La Frauenkirche è uno dei simboli di Dresda e del suo ritrovato splendore. Costruita nella prima metà del Settecento in tondeggianti forme barocche, fu distrutta dal bombardamento, e ha riacquistato la sua forma originaria soltanto nel 2006. L’effetto “pixellato” è dovuto al fatto che, dove possibile, sono state usate le vecchie pietre, che si distinguono per essere molto più scure, poiché annerite dalle bombe. Tuttavia, il colore delle vecchie pietre è stato volutamente lasciato scuro, come ricordo di ciò che è successo. Devo dire che anche l’effetto visivo di questi “pixel” più scuri a me piace molto.
L’interno della Frauenkirche è davvero particolare, poiché dà più l’impressione di essere in un teatro che in una chiesa.
L’altare barocco, celeste e dorato, colpisce per il movimento che riesce a trasmettere, con l’angelo che scende quasi in picchiata verso Gesù e le sue vesti svolazzanti.
Oltre alla Frauenkirche, nella piazza, merita una menzione il particolare fregio di un portale, con quello che sembrerebbe Giano, il Dio romano a due facce (ma potrebbe anche non esserlo!) circondato da tralci di vite e putti grassottelli.
Intorno alla Frauenkirche è tutto molto bello e curato, con edifici davvero notevoli.
Più avanti, in direzione del Fiume, ci ritroviamo sulla Brühlsche Terrasse, chiamata da Goethe “il balcone d’Europa”, per lo splendido affaccio sulla città e sull’Elba. L’ampio e lungo terrazzamento è occupato da giardinetti e alberi immensi, e continua poi con una passeggiata che costeggia il fiume da un lato, e antichi palazzi dall’altro.
L’albertinum, in origine armeria, oggi ospita un museo.
Fontane e scalinate immerse nel verde delle fronde.
Fronde tra le quali spunta, in cima al timpano di un palazzo in stile classico, la cugina della Statua della Libertà, o meglio la sua testa. E se non è una parente stretta, di sicuro una delle due ha copiato l’acconciatura dell’altra.
La splendida passeggiata sulla terrazza continua e già ci si parano davanti nuove bellezze. Scorgiamo subito, in fondo, la facciata a torre della Cattedrale della Santissima Trinità, conosciuta come Hofkirche.
La settecentesca Hofkirche è un altro dei capolavori barocchi di questa città, e nel suo sviluppo verticale, ha anche un non so che di gotico, a mio parere. Lo sguardo, stupito dall’armonia della composizione architettonica, a mano a mano si sofferma sui vari dettagli come le file di santi scolpiti, la torre con due lucernari che tra le colonne fanno passare squarci di cielo, le forme ricurve e la cupola a cipolla.
Affianco alla Hofkirche, non si può fare a meno di notare la torre del Castello di Dresda e la facciata delle Stalle Reali (Stallhof).
La bellissima facciata delle Stalle Reali presenta un cavaliere nella parte superiore
e dei giganteschi guerrieri barbuti a sorvegliare l’entrata.
Varcata la soglia incolumi, nonostante l’aspetto minaccioso dei due guerrieri, percorriamo il breve tratto buio della galleria, per poi ritrovarci davanti a un cortile fiabesco inondato di luce.
Il cortile ha un meraviglioso lato porticato, con teste di animali, stemmi delle casate, splendidi decori murali e coppie di finestrelle sormontate da un timpano. I due lati del cortile convergono verso il centro creando un effetto visivo spettacolare.
C’è anche una bella meridiana dipinta.
E dai tralci vegetali germogliano donne e uomini.
Uscendo dall’altro lato del cortile e tornando a sinistra, ci ritroviamo davanti una delle attrazioni più note di Dresda. Il Fürstenzug ovvero la Processione dei Principi.
La Processione dei Principi fu dipinta, in origine, per celebrare gli 800 anni della casata sassone dei Wettin, anniversario che ricorreva nel 1889. Dato che il dipinto si deteriorava facilmente, fu presto sostituito da mattonelle dipinte fatte della famosa porcellana di Meissen, diventando, così, l’opera di porcellana più lunga al mondo. La Processione dei Principi ha infatti la straordinaria lunghezza di 102 metri.
Magnifici anche i decori della parte superiore, con motivi floreali e animali e finte finestre che danno ritmo alla facciata.
Proseguendo il giro, passiamo davanti al Teatro dell’Opera che già avevamo intravisto dalla Brühlsche Terrasse. Il Teatro, noto col nome di Semperoper, dal nome del suo architetto Gottfried Semper, è un bell’edificio ottocentesco dall’architettura ispirata al rinascimento, ma anche al barocco. Affascinante è la sua quadriga trainata da quattro pantere. L’uomo e la donna sul carro sono in realtà Dioniso e Arianna. Il mito greco narra che Arianna, dopo essere stata abbandonata da Teseo sull’isola di Nasso, fu raggiunta dal dio Dioniso su un carro trainato da pantere. Dioniso, al vederla così bella e disperata se ne innamorò e volle sposarla
Dalla piazza del teatro si vede la sagoma del Residenzschloss, il castello dei principi di Sassonia, che oggi possiamo ammirare nelle sue forme barocche e neorinascimentali, dopo che i restauri terminati nel 2013, hanno riparato gli ingenti danni del bombardamento.
Il castello, che oggi ospita un museo, merita un giro esterno di perlustrazione, per ammirare particolari architettonici come un curioso ponticello coperto che passa sulla strada,
cariatidi su facciate dai colori pastello
e favolosi scorci su corti meravigliosamente decorate e dipinte.
Dopo gli scorci da capogiro del castello, andiamo a vedere il palazzo dello Zwinger che si trova praticamente dall’altro lato della strada (ve l’ho detto che Dresda è una scoperta dopo l’altra!).
Lo Zwinger è un tripudio barocco, a mio parere difficile da eguagliare.
Anch’esso quasi totalmente distrutto dalle bombe, è oggetto di un restauro e recupero che vanno tutt’ora avanti (infatti alcune parti del complesso sono in restauro).
Il complesso architettonico dello Zwinger circonda un’immensa corte interna con prati dai disegni curvilinei e vasche d’acqua dai getti vivaci. Lungo tutto il perimetro, corre una spettacolare terrazza panoramica ornata di statue e coppe e altre magnifiche diavolerie barocche.
Nella foto in alto, si vede una delle porte dello Zwinger, la “Kronentor”, così chiamata poiché la cupola sulla cima simboleggia la “Corona di Polonia”. Questo perché, chi commissionò la costruzione dello Zwinger, nel 1709, fu il principe di Sassonia, Augusto il forte, che riuscì a farsi eleggere re di Polonia, dopo essersi convertito al cattolicesimo, condizione necessaria per indossare la corona polacca. Trecento anni dopo, quella corona, in formato barocco gigante, splende ancora su Dresda.
Su un lato della corte, troviamo il Wallpavillon (padiglione delle mura), che dava appunto sulle antiche mura della città, con la statua di Ercole che sorregge il mondo, sulla sommità.
Mentre, esattamente sul lato opposto, c’è quello che un tempo era conosciuto come Stadtpavillon (padiglione della città), perché appunto situato sul lato della città; ma oggi noto come Glockenspielpavillon (padiglione del carillon), poiché, nel 1924, fu aggiunto un carillon composto da 40 campane in porcellana di Meissen, che ancora oggi suonano musiche di Vivaldi e altri compositori.
Architettonicamente, il Glockenspielpavillon è un capolavoro assoluto del barocco.
Percorrendo tutta la terrazza panoramica, più e più volte ci troviamo davanti a visioni troppo belle per non essere fotografate.
Sembra di essere in un sogno barocco, circondati da creature fatte di panna montata e ciuffi di nuvole.
Alla fine della terrazza, c’è la Nymphenbad, una trionfale fontana, popolata da ninfe e tritoni. Cosa c’è di più barocco di statue (barocche) che spruzzano acqua in ogni direzione?
Ma per ammirare meglio la Nymphenbad, dobbiamo scendere dalla terrazza attraverso un suggestivo passaggio
che ci trasporta nel regno d’acqua delle ninfe.
Una volta scesi dalla terrazza, c’è ancora tanta meraviglia da ammirare e fotografare,
come queste fontane dai volti strampalati, che adornano tutto il perimetro del palazzo.
Anche se lo Zwinger sembra non poter mai smettere di stupire, a malincuore, lo lasciamo, per attraversare il fiume, dato che la vista della città vecchia dall’altra parte è davvero da non perdere!
Già che si è qui, si può fare un giro per la parte storica della città nuova, che è ben tenuta, dall’atmosfera giovane e rilassata, ma anche culturalmente impegnata.
In più, questa parte della città nasconde una chicca davvero sorprendente. La Pfunds Molkerei, una storica latteria di Dresda dagli spettacolari interni, nella quale si può anche gustare dello yogurt fresco con frutta.
Siamo alla fine del nostro giro di Dresda.
Lasciando questa città si provano emozioni contrastanti. Si prova rabbia, per la distruzione che la guerra ha provocato, ma anche gioia, nel sapere che tanto è stato fatto e si fa ancora oggi per recuperare e custodire l’inestimabile patrimonio artistico di questa città, rinata dalle ceneri.
Non vedo l’ora di posare i miei piedi e occhi sulla favolosa città barocca. VERAMENTE STIMOLANTE!
La narrazione dei luoghi ,le immagini nelle foto, quasi fiabesca ma ricca di particolari storici , è così fluida, che è piacevole incamminarsi seguendo la voce del narratore, che ci accompagna nei luoghi descritti, tra monumenti, palazzi,giardini… Un salto virtuale nel tempo e un luogo pieno di fascino . Lodevole lavoro