Nella città della Basilica di San Francesco, splendida e osannata, spesso ci si dimentica di questa perla del romanico umbro custodita nello scrigno medievale del centro storico di Assisi, magnificamente conservato. È questa, in realtà, la cattedrale della città, anche se, come sappiamo, non la chiesa più importante. Purtroppo, l’interno è stato stravolto nel cinquecento, ma l’esterno con la facciata del dodicesimo secolo, ha preservato il suo fascino autentico.
Risalendo le vie del borgo si arriva nella piazza e si rimane a bocca aperta davanti a questo capolavoro silenzioso, di delicata armonia.
Scopri 10 meraviglie del romanico in Italia
L’attenzione è subito catalizzata dal rosone centrale a cerchi concentrici. Il cerchio è inscritto in un quadrato immaginario con ai vertici i simboli dei quattro evangelisti: l’aquila, l’uomo alato, il bue e il leone.

Tre telamoni in una nicchietta sembrano sorreggere il rosone con grande sforzo. Le tre figure, a loro volta, poggiano su creature animalesche: un grifone, un drago e una mangusta.

Sui lati, i due rosoni più piccoli e posti più in basso rispetto a quello centrale, ne riprendono il semplice ma elegante motivo, variandolo leggermente, mostrando armonia ma anche originalità.
Il rosone di sinistra porta al centro l’effige di San Michele che trafigge il drago. Ai lati un chierico ed un monaco si sollevano di poco dalla pietra bianca.
Il rosone di destra ha purtroppo perso le statue ai lati, fatta eccezione per un cagnolino che cammina in verticale sfidando la gravità.

La fascia centrale coi rosoni è divisa da quella superiore da un cornicione sorretto da piccoli archetti pensili e da quella inferiore da una loggetta cieca. La loggetta poggia su un cornicione decorato da fantastiche creature zoomorfe intente a bere da vasi o ad intrecciare fra loro le code. Troviamo grifi, gatti alati, chimere alate con serpenti al posto delle code, cervi che brucano, dragoni, animali geminati con una sola testa e in alcuni casi con testa umana per di più!
Il cornicione, a sua volta, è sorretto da teste animali e umane e in alcuni casi con tratti sia umani che animaleschi.
Dalla loggetta si sporgono due mansuete figure bovine, mentre, alle due estremità, altri due bovini sono in rilievo; quella di destra con le mammelle ben visibili.

Abbassando lo sguardo, rimaniamo per un po’ in contemplazione dello splendido portale centrale.
Gli stipiti e l’architrave sono decorati a motivi geometrici, mentre nella lunetta si può ammirare un Cristo in trono nella sua versione adulta al centro ed un cristo nella versione poppante sulla sinistra che allatta al seno di Maria. A destra è raffigurato San Rufino, mentre in basso, quasi dal suolo della scena, spuntano tre misteriosi volti molto minuti ed uno ancora più piccolo è proprio sotto i piedi di Cristo.
La lunetta è contornata da archi che si espandono e il secondo esce dalla superficie assumendo un’originale forma tubolare. Tralci abitati da uomini, animali, creature mitologiche e pieni di fiori si avvitano sugli archi con la tipica agilità del più raffinato romanico.
Da brava chiesa romanica, San Rufino è anche sorvegliata da leoni in pietra, qui con chiome pettinate in ordinati riccioli. Tuttavia, nonostante la compostezza dei tratti, uno di loro rivela la sua natura selvaggia (o, in chiave religiosa, punitiva), intento a divorare famelicamente un uomo.
Il portale di destra, più semplice ma altrettanto bello, è invece sorvegliato da un grifone molto consunto di cui non si distingue più la testa.
Nella lunetta, due pavoni si abbeverano ad un vaso, mentre su arco, architrave e stipiti, insieme alle decorazioni vegetali, si affollano i simboli della cristianità: la croce, i simboli degli evangelisti, l’agnello e il pesce (uno dei primi simboli di Cristo).
Il portale di sinistra, speculare nella struttura a quello di destra, presenta di nuovo nella lunetta una coppia di animali che si abbevera da un vaso; in questo caso due pantere.
Anche qui, troviamo l’agnello di Dio, ora posto fra due aquile.
Il campanile della chiesa, quadrato e poco slanciato, con bifore che ne alleggeriscono la parte più alta, fu costruito su di un’antica cisterna romana ed è stato riaperto al pubblico nel 2017.
Quando capiterete ad Assisi, non vi fate mancare una capatina alla Rocca Maggiore, posta sulla sommità dell’altura che domina la città e da cui avrete una vista magnifica su tutta la valle ed anche di San Rufino, nella cornice dell’intatto contesto urbano di questa splendida cittadina. La salita potrà costarvi un po’ di fatica, ma state sicuri che la vista vi ripagherà adeguatamente!

Che meraviglia!!