All’interno di un itinerario ideale nel nord-est d’Italia, fra le tante meraviglie, non dimenticherei un salto nella bella Udine, meta poco gettonata che invece conserva un capolavoro architettonico di sublime bellezza e regala piacevoli passeggiate fra le sue antiche vie e le caratteristiche piazze.
Ed è proprio da una piazza che parte il nostro percorso di scoperta di Udine, forse la Piazza per eccellenza di questa città.
Piazza Libertà
La piazza è il biglietto da visita di Udine e non potrebbe essere diversamente! Un insieme monumentale che si è andato a comporre nei secoli come un puzzle, per diventare una delle più belle piazze italiane. Fra i pezzi del puzzle c’è la rinascimentale Fontana del Carrara, le due imponenti colonne che sorreggono una la personificazione della Giustizia con la bilancia in mano e l’altra il Leone di San Marco, onnipresente nelle città un tempo dominate dalla Repubblica di Venezia (Udine fu veneziana per più di 3 secoli), le muscolose statue seicentesche di Ercole e Caco (dagli udinesi chiamati Florean e Venturin), il settecentesco monumento della Pace, l’Arco Bollani e le due logge, una di fronte all’altra.
La Loggia del Lionello

Costruita nel Quattrocento, durante il dominio della Serenissima, riprende gli stilemi gotico-veneziani, ravvisabili soprattutto nelle finestre e nella balaustra del balconcino. E d’altronde la stessa bicromia data dall’accostamento di marmi bianchi e rosa non vi ricorda il più noto Palazzo Ducale di Venezia? Di sicuro se sorgesse su Canal Grande, la Loggia del Lionello (dal nome dell’architetto) sarebbe uno dei monumenti più fotografati e amati dai turisti, con la sua eleganza e la sua bellezza delicata. Trovandosi a Udine, invece che a Venezia, questo capolavoro assoluto dell’architettura rimane appannaggio degli amatori o di qualche turista della domenica (non che la cosa sia per forza negativa!)





Loggia e tempietto di San Giovanni

Di fronte alla quattrocentesca Loggia del Lionello, nel Cinquecento, fu eretta un’altra monumentale loggia, detta di San Giovanni, poiché ha al centro la chiesetta intitolata al santo, oggi tempietto ai caduti. La loggia ingloba la Torre dell’Orologio dove campeggia nuovamente l’effige del leone marciano.
Se la loggia del Lionello è una lezione di storia dell’arte sul gotico nella sua variante veneziana, quella di San Giovanni è un limpido esemplare di architettura rinascimentale italiana.

Arco Bollani e salita del Castello
Accanto alla loggia troviamo l’Arco Bollani (dal nome del luogotenente Domenico Bollani che lo commissionò). L’arco, il cui progetto è attribuito nientepopodimeno che a Palladio, fu costruito nel 1556 come accesso monumentale alla salita che conduce al Castello, il simbolo del potere veneziano e non a caso sull’arco troviamo ancora una volta il Leone di San Marco, potente ma rassicurante.
Passati sotto l’arco, iniziamo la “scalata” al castello, costeggiando un altro bel loggiato. Si tratta del quattrocentesco porticato del Lippomano (dal nome di un altro luogotenente), i cui archi riprendono le linee gotico-veneziane, con curve più arabeggianti del solito.


Quasi alla fine della salita troviamo la medievale Chiesa di Santa Maria di Castello, la cui facciata fu però rifatta in stile rinascimentale nel Cinquecento in seguito ai danni provocati da un terremoto. Allo stesso periodo (e stile) appartiene anche l’arco Grimani (dal nome del doge veneziano in carica all’epoca della costruzione) che dà accesso al cortile del castello.
Per riscendere dal castello, non torniamo indietro, ma facciamo una bella scalinata immersa nel verde del giardino del castello. Qui, merita una menzione a parte (e qualche fotografia) lo scenografico e alquanto barocco albero “tortile” che si sporge dal muraglione della scalinata.
Piazza San Giacomo
Continuando la passeggiata, raggiungiamo la graziosa e accogliente Piazza San Giacomo, dal nome della chiesa che fa capolino fra le antiche case dai tenui colori pastello, alcune delle quali recano ancora i resti degli affreschi che le abbellivano
La candida facciata rinascimentale della chiesa, opera di Bernardino da Morcote (lo stesso della Loggia di San Giovanni), fu costruita nel 1525 e nel suo timpano, con orologio e torretta campanaria, anticipa il gusto barocco per le curve e i riccioli.
Le viuzze di Udine
Le belle viuzze lastricate del centro storico sono caratterizzate dai portici e da begli edifici, talvolta nobiliari ma dal gusto popolare, con architetture relativamente semplici e decori pittorici elaborati, spesso sbiaditi o scrostati, ma ancora echeggianti uno splendente passato.
Piazza XX Settembre
Percorrendo le stradine del centro, ci ritroviamo su Piazza XX Settembre dove si affaccia la cosiddetta Casa Veneziana, altro esempio di gotico veneziano che non sfigurerebbe sui canali di Venezia.
In realtà, ho scoperto che gli elementi che ne ornano la facciata, provengono da un altro palazzo di Udine, demolito a inizio Novecento, il quale aveva un solo affaccio (e non tre come il palazzo attuale) ed una facciata più stretta. Dobbiamo quindi immaginare una facciata originali con più finestre di quella attuale, per un effetto più traforato e fiorito proprio di questo gotico. L’aspetto attuale è comunque molto apprezzabile nei suoi dettagli ed armonioso nel suo insieme (anche se forse non leggiadro come il palazzo originale)
La Cattedrale
La nostra passeggiata si conclude alla Cattedrale, con la trecentesca facciata gotica in mattoni, tipici del Nord Italia, dove ritornano gli archi lobati del gotico fiorito, anche se qui creano una finta loggetta cieca che corre fra i due rosoni laterali.

Pregevole il portale centrale, detto della Redenzione, opera di maestranze tedesche.

E di provenienza tedesca è anche l’autore dell’altro portale trecentesco che ritrae l’Incoronazione della Vergine, soggetto che iniziò ad essere rappresentato proprio a partire dall’arte gotica. Sull’architrave, partendo da destra verso sinistra, vediamo, invece, la nascità di Gesù, l’Adorazione dei Magi ed Erode che ordina la strage degli innocenti.
Avendo avuto una mezza giornata per visitare Udine, il nostro itinerario si è limitato ai luoghi più importanti ma non ha mancato di riempirci di meraviglia. Meraviglia che ha ereditato una certa “venezianità”, ha studiato il rinascimento toscano, e si è poi riscoperta veneziana, ancor più che italiana, dopo il dominio austriaco. Meraviglia estranea ai circuiti turistici più battuti, ma cara a chi pensa che, in realtà, è bello ciò che è bello e non solo ciò che piace. Quelle piazze e quella magnifica loggia bianca e rosa hanno infatti una bellezza che sembra quasi non consapevole di sé, e ci appare quindi non corrotta e, per questo, ancora più affascinante.
Un commento su “Udine: città di logge e di piazze”